Alcune citazioni per introdurvi al concetto di BE RICH.
È ben possibile che il mancato funzionamento della mitologia e dell’aspetto rituale nella nostra civiltà possa essere la causa dell’alto grado di malessere che ha fatto sì che il nostro tempo sia chiamato “L’Età dell’Ansia”. Joseph Campbell
Mi chiesi allora: “Qual è il mito che stai vivendo?” e scoprii che non lo sapevo. Così… mi presi l’impegno di scoprire il “mio” mito, e considerai questo come lo scopo più importante della mia vita. C. G. Jung
Non essere soddisfatto dalle storie che ti raccontano, da come le cose sono andate per gli altri. Scopri il tuo mito personale. Rumi
Prima della nascita, l’anima di ciascuno di noi sceglie un’immagine o disegno che poi vivremo sulla terra, e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon, che è unico e tipico nostro. Tuttavia, nel venire al mondo, dimentichiamo tutto questo e crediamo di esserci venuti vuoti. Il mito svolge una funzione psicologica di redenzione, e una psicologia derivata dal mito può ispirare una vita fondata su di esso. James Hillman
Scoprire la nostra strada, il nostro modo di passare attraverso la vita vuole dire costruire la nostra personale RICCHEZZA. Per fare questo è necessario analizzare, guardare, sentire con le orecchie, con il cuore e con la pancia, DOVE si trova la felicità, quella arcaica e permanente – non l’eccitazione del momento – ma la profonda, vera felicità che gli déi ci hanno riservato e che illumina la nostra esistenza. Andreas Barella
Il lavoro di Andreas Barella si suddivide in due grandi parti, riassunte nel motto “Be Simple & Rich!”. Il lavoro con la mitologia costituisce la parte Be Rich, l’Arricchimento della esperienza psichica attingendo al patrimonio universale degli esseri umani custodito nelle storie mitologiche. Ma come utilizziamo la Mitologia per raggiungere questi affascinanti risultati?
La mitologia è un insieme di immagini poetiche, soprannaturali, concepite – come tutta la poesia – a livello profondo, ma suscettibili di essere interpretate a vari livelli. Le menti più frettolose vedono in esse delle storie per bambini o delle metafore moralizzanti; le più profonde, il primo stadio dell’infinito. La mente umana, nel suo desiderio e nella sua paura di conoscere, nelle sue polarità maschile e femminile, nei suoi passaggi dall’infanzia alla maturità e alla vecchiaia, nella sua rigidità e nella sua apertura, e nel suo dialogo continuo con il mondo, scopre nel mito un patrimonio straordinario che può essere incassato semplicemente prendendosi il tempo di analizzarlo e approfondirlo.
Perché parlare di mitologia e darle un posto centrale all’interno del lavoro che svolge Andreas Barella? Essenzialmente i motivi sono due. Da una parte l’idea che i greci avevano della Salute, un’idea olistica che riconosceva la relazione tra corpo, psiche e mente. Nell’antica città di Epidauro – il luogo della guarigione dedicato al dio Asclepio – i greci inclusero non solo un ospedale, ma una palestra per temprare e prendere contatto con il corpo, un tempio dove accogliere le visioni inviate dagli déi, un teatro. Alcuni pezzi teatrali che trattavano il riflesso psicologico della malattia, venivano prescritti come parte della cura. Nelle rappresentazioni, la persona vedeva l’essere mortale confrontato con gli archetipi eterni.
Il secondo motivo di interesse per la mitologia è legato all’uso odierno del mito. Joseph Campbell (uno dei più grandi studiosi di mitologia comparata) afferma che “la mitologia e il rituale, agendo come vie, portano a una trasformazione dell’individuo, purificandolo dalle condizioni locali, storiche e personali, e conducendolo verso una sorta di esperienza ineffabile. D’altra parte, l’immagine, in quanto idea etnica, lega l’individuo ad un sistema di sentimenti, di attività e di credenze condizionati storicamente, trasformandolo in un membro attivo di un organismo sociale.” (J. Campbell, Mitologia primitiva, Mondatori: 1990).